Revolution Cafè, 2012 - F & F Tower, Panama City.


La F&F Tower, inizialmente conosciuta come Revolution Tower è un grattacielo costruito nel centro di Panama City nel 2011 dallo studio di architettura Pinzón Lozano & Asociados. L'intervento da noi curato riguarda la sistemazione di un ambiente situato in parte al piano terra e in parte, attraverso il passaggio di una rampa che scende a quota -1,50 m, sotto il piano stradale. La committenza ha richiesto la progettazione di un "bar-ristorante" attrezzato come punto vendita ed esposizione di gadget relativi alla torre.
F&F Tower. Calle 50, Area Bancaria, Panama City, Panama.


Pianta e e ricostruzioni 3D del locale - Autocad/ 3DStudioMax.






L'ingresso al locale immette in un primo ambiente in cui trovano posto una reception e un uffucio di amministrazione, un deposito, un'area snack e i bagni.

Dettaglio della pianta del primo ambiente -


Sezione longitudinale - Rampa d'accesso al bar.

La rampa di accesso al bar, che parallelamente alla rampa d'accesso ai garage si affaccia con una grande vetrata all'esterno dell'edificio, si trasforma da semplice zona di passaggio in una seconda zona snack, caratterizzata da una boiserie in doghe di legno con incasso tv e un sistema di piani tavolo e sgabelli a muro che assecondano la pendenza del dislivello.
Sezione trasversale - Zona bar - Dettaglio della parete attrezzata con le vetrine espositive retroilluminate a incasso.
Sezione trasversale - Zona bar - Dettagio della boiserie e del "portale" della zona ristorante con colonne espositive in vetro




















The Cube - Redais Casalbertone, Roma, 2012.

Il piccolo appartamento di 65 mq si trova all'interno dell'edificio realizzato da Studio Transit nel quartiere romano di Casalbertone. Il progetto spaziale è concepito per soddsifare le esigenze di un giovane professionista impegnato nei campi della grafica editoriale e dell'illustrazione. La richiesta del committente è stata quella di prendere in considerazione come spunto progettuale il concetto di "abitazione come luogo di lavoro", disegnando uno spazio dinamico e flessibile. Il monolocale fa parte di un anello di appartamenti situati al di sotto del piano stradale, a quota - 1,80, ed è dotato di un'unica grande apertura su un giardino esposto ad ovest. Da questi vincoli e dalla necessità di risolvere quindi alcune problematiche relative alla scarsa illuminazione naturale e circolazione dell'aria, ne sono derivate delle specifiche scelte progettuali. Per cui cercando di sfruttare al meglio lo spazio disponibile (10 x 4,5 m) è stato disegnato un "cubo polifunzionale" che integra al suo interno le funzioni della zona studio, del bagno, di un armadio, diversi contenitori e un divano letto a scomparsa.
Rappresentazione in grafica 3D dell'edificio Redais in via di Casal Bertone 79/b, Roma.

Planimetria piani terra.



Un lungo elemento rosso segna longitudinalmente la parete fornendo superficie d’appoggio nella zona giorno, per poi intersecare il cubo all’interno del quale diventa scrivania. Al di sotto del piano di calpestio dello studio trovano posto cinque contenitori a botola e un divano letto a scomparsa. Il cubo e l’elemento rosso sono realizzati in legno d’abete e mdf verniciato.



Il blocco cucina è composto da un isola realizzata su misura in muratura e mdf verniciato. Il top dell piano cottura in legno d’abete è parte di un nastro che percorre l’appartamente in senso longitudinale. Questo nastro ha origine nello spessore del controsoffitto dove genera un solco in cui trova posto un sistema di illuminazione Flex-Line Osram, proseguendo nel rivestimento della porta e a filo pavimento, quindi il tavolo da pranzo e l’isola per poi terminare nel lungo camminamento che porta all’esterno attraversando il giardino.









Lavorazione Marmi Antichi e Pietre Dure - Scultura

Nel 2006, al termine degli studi in "Tecniche della Scultura" presso l'Accademia di Belle Arti di Catania ha inizio la mia formazione professionale nel campo dell’artigianato. Collaboro in qualità di modellista con un laboratorio orafo, in cui mi occupo della realizzazione dei modelli da fusione in cera, ottone e della saldatura e rifinitura dei pezzi. Alla fine del 2007 mi trasferisco a Roma, trovo impiego in un laboratorio specializzato nella lavorazione artistica di Marmi Antichi e Pietre Dure, attivo nei campi dell’arredamento d’interni e del restauro d’antiquariato. Qui ho modo di perfezionare le mie abilità nella scultura a tutto tondo e di apprendere le antiche tecniche dell’Intarsio Policromo, del Mosaico Fiorentino, dell’Opus Sectile e del Mosaico Cosmatesco. In questo stesso periodo approfondisco lo studio di software di progettazione e modellazione 3D, che uso per la realizzazione di numerose opere di arredamento, interni cucina, bagno  e diversi cicli decorativi pavimentali e parietali.
Ricostruzione artistica in grafica 3D per il restauro effettuato si di un cratere rinascimentale in breccia corallina e marmo bianco e nero d'aquitania - Software: 3DStudio Max/ Mental Ray.


Tecnica del Mosaico Cosmatesco

I Cosmati erano gli appartenenti ad una famiglia romana di cui si ricordano sette membri, appartenuti a quattro diverse generazioni vissute tra il XII e il XIII secolo, famosi per i loro lavori architettonici, per le loro sculture, ma soprattutto per i loro mosaici e le loro decorazioni realizzate prevalentemente in luoghi ecclesiastici. La loro fama e maestria nel campo dei mosaici sono state tali che oggi si parla di Stile Cosmatesco per indicare lo stile e le tecniche utilizzate da questi maestri e dai loro imitatori. Il loro modello ornamentale, tramite il quale decorarono chioschi, pavimenti, altari, amboni, fu costituito da una lavorazione di tasselli di pietre dure, di marmo, di pasta vitrea e di oro, collocati in modo da formare temi astratti. Il loro stile derivò in parte dall’arte bizantina e in parte dal gusto classico. Caratterizzato dal reimpiego di materiali lapidei di derivazione classica, reperibile in abbondanza nel territorio urbano ed extra urbano di Roma e della maggior parte delle grandi città italiane. La tecnica di realizzazione richiede il taglio di tutte le tessere secondo la forma specifica. Data la consistenza dei materiali utilizzati, i tasselli di dimensioni maggiori venivano tagliati con l’uso di filo metallico e carborundio (polveri di metallo di grane differenti). Quelli più piccoli, caratterizzati da un bordo irregolare, venivano troncati con degli appositi strumenti. Alla fine della fase di taglio i pezzi venivano messi in posa su una letto di malta, generalmente a base di pozzolana.

Ricostruzione artistica in grafica 3D, per il restauro del centrale pavimentale in stile cosmatesco di un privato.
La lavorazione della pietra nel Rinascimento.

Dettaglio di un campione di Alabastro Fiorito (marmor hierapolitanum),pregiato materiale proveniente dalle cave nei pressi dell'antica città di Hierapolis (Turchia).

Nel Rinascimento la riscoperta delle segrete colorazioni delle pierte dure portò mosaicisti e intarsiatori in un campo nuovo: quello delle miniature e della tarsia policroma. E’ necessario in primo luogo che l’artefice abbia una grandissima pazienza e che possa disporre del campionario più vasto possibile, per scegliere il pezzo che gli interessa e realizzare l’effetto che cerca. Il mosaico a tessere non presenta queste caratteristiche, nell’insieme il risultato  può essere di pregevolissima fattura ma non è possibile realizzare particolari di una certa dimensione. Con le pietre dure invece non esistono limiti: si può scendere alla finezza figurativa più minuta. “Commesso” (dal latino committere, mettere insieme, unire) è una parola usata, forse per la prima volta, a Firenze nel XVI secolo, per indicare le opere d’arte in pietre dure, formate da piccoli elementi, sagomati secondo un certo disegno e messi insieme in modo da formare una composizione pittorica per lo più piana. Il tutto era disposto sopra un robusto piano di materiale diverso, a cui era collegato per mezzo di collanti o di mastici.

Mosaico Fiorentino

Il progetto che segue consiste nel rifacimento di un originale smarrito, parte di una coppia di ovali risalenti alla prima metà del XVII secolo. L’intervento passa per un’attenta analisi preliminare dell’originale pervenuto in cui si individuano le diverse qualità di marmo da utilizzare. La tecnica utilizzata è quella del Mosaico o "Commesso" Fiorentino, la lavorazione, eseguita interamente a mano, prevede la realizzazione di un disegno in scala 1:1 da cui si ricavano i profili delle tessere. In questa fase di lavoro è possibile sfruttare al meglio le qualità specifiche di ogni materiale al fine di ottenere un determinato effetto cromatico. 
La pietra è tagliata con l’uso di frese e seghe a nastro diamantate e si rifinisce con polveri metalliche abrasive e lime. All’accostamento delle tessere segue l’incollaggio del mosaico ad un supporto, in questo caso in marmo statuario di carrara.

Il “mastice” utilizzato è un collante di tipo naturale, derivato da un antica formula della tradizione “marmorara romana” a base di cera d’api, colofonia e pece greca.



Le qualità di pietre dure e semipreziose impiegate sono: Nero del Belgio, Lapislazzuli, Bianco e Nero d’Aquitania, Breccia Corallina, Porfido Rosso, Giallo di Numidia, Rosso di Grecia, Madreperla, Pietra d’Arno, Alabastro Fiorito, Broccatello di Spagna e Semesanto.

Rilievo N° 1

La scultura è composta da un rilievo rettangolare in gesso alabastrino e dalla fusione in argento di una lucertola di 10 x 8 x 1,5 cm. La superficie del rilievo è caratterizzata dalla presenza in alto a destra di una trama di quadrati incisi nello spessore di qualche millimetro. La lucertola è stata realizzata mediante tecnica di fusione a cera persa e si incastra sulla superficie mediante dei piccoli perni saldati sotto le zampe.
Quella di asportare materiale da una superficie con degli utensili, lasciandovi così impresse le tracce del proprio intervento, è un tipo di operazione che fa della tecnica dell’incisione, e più in generale delle tecniche del rilievo, la prima forma di scultura mai sperimentata dall’uomo. Nel Rinascimento la bidimensionalità del piano scultoreo si presta alle sperimentazioni prospettiche più “innovative”, basti pensare allo stiacciato Donatellesco e alla porta del Battistero Fiorentino del Ghiberti. Quello del rilievo è un campo operazionale in cui disegno e scultura trovano un naturale punto di convergenza.

Malù Chair


   Prototipo realizzato a mano in scala 1:2: Legno di abete - feltro.




Concept:Possiamo considerare il feltro una forma di tessuto “arcaico”, si ritiene infatti che sia stato il primo tessuto ad essere prodotto dall’uomo, in quanto prodotto dal manto della pecora, addomesticata già in epoca preistorica. Nello specifico non è considerato neanche un vero e proprio “tessuto” in quanto si ottiene, in forma molto grezza, mediante la pressatura a caldo della lana. Le più antiche tracce di feltro risalgono al terzo millennio a.C; usato da Greci e Romani per la realizzazione di abiti, copricapo e mantelli, ogni popolo nel corso della storia lo ha adattato alle proprie esigenze. Il feltro è il materiale “feticcio” di Joseph Beuys. Le sequenze video di “I like America and America likes Me”, mostrano l'artista rinchiuso in una stanza in compagnia di un coyote selvatico per diversi giorni. Con un bastone di legno e uno spesso mantello di feltro, Beuys interagisce continuamente con l’animale che incuriosito e affamato, come lo stesso Beuys del resto, ridurrà a brandelli il manto protettivo.


Mad Chef


Personaggio ispirato a Chef Gusteau del cartone animato Disney Ratatouille.
Modellazione: Sculptris
Retopology: 3DStudioMax
Render: Mental Ray

Baby Macaw


Personaggio ispirato a Blue, pappagallino del cartone animato Disney "Rio".
Modellazione: 3DStudioMAx
Render: Mental Ray